lunedì 16 gennaio 2012

STANDING ON THE SHOULDER OF GIANTS: Il mito di Orione

Noi siamo come nani che stanno sulle spalle dei giganti.
Bernardo di Chartres

Orione era un bel ragazzotto, alto e affascinante. Alto soprattutto, talmente alto che mentre coi piedi toccava la terra, la sua testa si nascondeva tra le nuvole, e poteva camminare sul fondo del mare tenendo spalle e testa fuori dall'acqua; per questa ragione egli viveva all'aperto, girando il mondo e visitando tutti i luoghi della terra, che nessuno aveva mai visto; se ne andava felice, gigioneggiando, fischiettando e cantando allegramente, roteando di tanto in tanto il grosso bastone che si portava appresso - un olmo centenario che aveva sradicato quando si era messo in cammino - a volte apoggiandovisi per superare gli ostacoli, altre volte brandendolo come arma quando cacciava le fiere o uccideva i malviventi che incontrava. Se ne andava felice perché lo proteggeva Gaia, la Terra, che era sua madre; egli, infatti, venne al mondo in modo assai curioso.

martedì 3 gennaio 2012

PER ASPERA AD ASTRA: Lungo le vie del desiderio


L'Amore è il desiderio fattosi saggio
.
Hermann Hesse
Per Aspera ad Astra, attraverso le asperità fin su le stelle, è la ripresa di una frase latina (Per aspera sic itur ad astra) che testimonia come il desiderio di raggiungere le cose grandi, eccelse, accompagni un animo nobile attraverso le fatiche e le avversità della vita: il desiderio si libra sempre al di sopra di ogni difficoltà; "Non est ad astra mollis e terra via" (non è facile la strada che dalla terra porta al cielo) ricorda infatti Seneca, sottolineando come non è affatto semplice arrivare al successo, perché la strada che conduce ad esso è irta di ostacoli.

lunedì 2 gennaio 2012

NEL CUORE DELLA DOMANDA: Tra Poesia e Filosofia


Giorno e notte un fuoco divino ci spinge
ad aprirci la via. Vieni, guardiamo nell’Aperto,
cerchiamo ciò che è nostro, per quanto lontano.
Friedrich Hölderlin

I poeti sconfinano in una terra dove il paesaggio consueto si sfalda e l’orizzonte si fa più incerto; ed è come se si immergessero in una fonte originaria, sorgente del loro canto, dove sgorgano parole che lacerano l'intimo e dischiudono un nuovo scenario: il cuore della domanda. Come vuole Heidegger, essi sono “i più arrischianti”, si accompagnano col rischio in una regione straniera nella totale assenza di protezione, come viandanti alla ricerca, in sentieri erranti dove crolla la geografia dell’abitare quotidiano; qui, essi “sono i più dicenti e presagenti” che in cammino verso il non detto “arrischiano il dire”: i poeti si espongono all’Aperto, al cuore della domanda, e “dicono il taciuto”. L’Aperto è la terra della dis-protezione, l’abisso dove il terreno solido, le mura circondarie, i confini tracciati e chiusi, vacillano, è la radura della ricerca, l’erranza della domanda.