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Noi nel mezzo
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NOI NEL MEZZO. Talkin' 'bout my generation.
Siamo tutti rassegnati alla morte, è alla vita che non arriviamo a rassegnarci.
Graham Greene.

Già, il futuro. Ci sono mamma e papà, fan quasi tenerezza vederli intenti a reinventarselo di giorno in giorno, il futuro, a misurarsi con un mondo che cambia e si fa sempre più ostile, tecnologie nuove, nuovi modi di operare, prove più dure che vedon certezze svanire, con l'energia di chi lotta, non molla, e stanchezza veniente mai doma. Generazione di leoni, e bestie da soma. Risorse umane da impiegare, sfruttare, esaurire. Funzioni immediatamente sostituibili di un sistema che vacilla. Lavorare per comprarsi la macchina per andare a lavorare. Per consentire ai figli di studiare, di provare a lavorare, di avere un futuro. Lavorare per avere loro stessi un giorno qualcosa. Che cosa? Medicine e cure forse, per i mali incurabili creati da quelle stesse industrie per cui lavorano, farmaceutica compresa. Una pensione, una casa, un meritato riposo. Sogni, chimere, utopie? Largo ai giovani, si dice così. Guardali, i giovani. Si vestono, si truccano, si atteggiano da adulti navigati, con le stesse esperienze, ma precoci. Con gli occhi stanchi, come vecchi. E meno voglia di fare. Coi loro sorrisi spenti, vuoti, apatici. Perennemente assenti. Giovani? Forse nelle esplosioni incontrollabili di emozioni represse, e mai comprese, mai levigate. Ma monetizzabili; sono solo il target d'acquirente preferito, la coscienza chiusa, il portafoglio altrui aperto. Li chiamano giovani, fossero almeno una massa in-forme. Ma i loro profili hanno in anticipo una triste forma, poveri! E poi ci siamo noi. Noi nel mezzo. La generazione persa. Tra la promessa di futuro, e il presente vuoto. Tra i giovani e gli adulti. Il lavoro e la disoccupazione, l'angoscia e la speranza, la rabbia e la rassegnazione. Tra l'etica imparata dai nostri vecchi, e la morale ipocrita dei nostri tempi. Tra cartoni animati educativi, e programmi alienanti. Tra il calore dei corpi, e la fredda virtualità digitale. L'artefatto e il manuale. L'impegno e l'oblio, la sobrietà e il desìo. Figli della contraddizione. Della storia che ha segnato il passo ad un tempo senza tempo. Noi spettatori del giorno nel suo ultimo bagliore, ora della mezzanotte, testimoni di emozioni crepuscolari vere, poeti maledetti cantori di vita, e del nulla che avanza. Cavalieri del desiderio, delle stelle, della speranza. Noi gente da niente, quasi dimenticata. Ancora a sognare, il caos, un nuovo ordine, un altro tempo. A insistere, esistere vivendo, profondamente. Rassegnati alla morte, ma pieni di vita, a cui non riusciamo ancora a rassegnarci!
Tommy
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