venerdì 13 aprile 2012

VOCI RIBELLI. Tecnocrazia, Il tramonto della politica.


Si chiama Tecnocrazia, o governo dei tecnici. Deriva dalle parole greche techne (arte o tecnica) e kratos (potere). Ma a volte non si presta abbastanza attenzione alle parole che si usano! E non perché non si conosca eventualmente questa etimologia. Neppure perché non si sappia la definizione costituzionale o il carattere istituzionale della cosa, anche se a volte si confonde il governo tecnico col governo dei tecnici, decisioni politiche prese da esperti di discipline tecno-scientifiche in situazioni particolari, non solo un governo di transizione. Ne infine perché non si abbia presente la situazione attuale del nostro paese. Perché a prescindere da tutto questo, le parole vanno pensate!

E il pensiero, purtroppo, in questo buio presente, si pone sempre sul lato politico della questione, sul "governo" dei tecnici: e allora si discutono e si criticano le decisioni più o meno giuste, -non si vuole qui entrare nel merito- di tali persone. Questo è indicativo...è superficiale, indica l'incapacità di pensare oltre, di vedere la reale situazione in cui siamo coinvolti. Perché non è semplicemente un discorso di debito o di tasse! Perché ciò su cui va posta l'attenzione è invece il governo dei "tecnici", il fatto cioè che per tentare di risolvere questa situazione difficile ci si debba affidare a dei tecnici. Ora, al di là del fatto che ci si dovrebbe chiedere...e quando mai un governo non dovrebbe essere di tecnici? Non dovrebbero sempre essere degli esperti a guidare il paese? O forse vogliamo farci governare da degli incompetenti ignoranti? Ma evidentemente se non viene questo sospetto, significa che qualcuno non si è accorto di essere stato governato finora da degli incompetenti, e magari li rimpiange e continua a sostenerli! La verità non sta nel fatto se i tecnici governino più o meno bene, sta nel fatto stesso che si debba ricorrere proprio a dei tecnici! Significa che la politica è giunta al tramonto! Perché non è più in grado di gestire e risolvere una situazione che esce dai confini "politici", perché riguarda La Tecnica (e proprio per questo si ricorre ai "tecnici"); La Tecnica come apparato tecnico-finanziario esteso su scala globale, un sistema della finanza divenuto incontrollabile dagli stati, di cui essi anzi sono in balia, di una potenza che le misure politiche non riescono più a gestire e controllare. Questa è la cosa su cui si dovrebbe gettar luce in uno stato governato da tecnici. Invece no, si continua a parlare di politica, intavolando le solite discussioni, i soliti intrighi politici, paventando alleanze e fusioni, un unione di politica ed esperti tecnici...non vedendo che col governo dei tecnici la politica, che prima era incompetente, ma responsabile, gioca la sua ultima disperata carta, l'ultimo baluardo, forse inutile, a difesa dello stato che l'apparato tecnico globale sta fagocitando. Perché la vera Tecnocrazia non è tanto un governo di esperti tecnici, ma è lo stesso apparato della tecnica, il sistema scientifico, tecnologico e finanziario che è ormai troppo esteso e troppo potente, e può perseguire i suoi scopi indipendentemente dalle azioni della politica nazionale, che ormai, anche nelle mani dei tecnici, può risultare inadeguata. A questo si dovrebbe iniziare a pensare in questa situazione. Al fatto che se la politica è risultata inadeguata, e i tecnici giocano all'interno del sistema della tecnica che però li trascende...qual'è la visione che può vedere oltre questo scenario? o forse, "quale Dio ci può salvare?" Abbiamo le forze per cambiare radicalmente un sistema, o solo per esalare il canto del cigno? Un tempo l'uomo si serviva della tecnica per raggiungere i suoi scopi, e la politica quale cosa umana, troppo umana, gestiva quelle relazioni...è giunto forse il tempo di pensare che il rapporto si è invertito, e le cose non stanno più così. A noi la scelta.
Tommy

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